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12 APRILE 2025 | SENTIERO DEI DAINI

(Anello)

La Via dei Daini, si svolge in ambiente selvaggio su tracce tra balze rocciose e vegetazione per la maggior parte del percorso, ma con tre tratti attrezzati da catene, ricchi di appigli di cui l’ultimo in discesa, che si presenta un po’ più esposto, dove occorre fare attenzione (F+). Dal piazzale dove si parcheggia si prende il sentiero che costeggia l'ingresso delle grotte. Si segue inizialmente il segnavia giallo- rosso del Sentiero delle Terre Alte per un bel tratto. Oltrepassata la traccia discendente dal Passo del Lupo, si imbocca la traccia abbondantemente segnalata con la dicitura DAINI per continuare su tracce tra le balze rocciose con diversi sali e scendi attraversando diversi costoni (molti ometti indicano la via) e con tratti di ripida salita fino ad arrivare all’attacco della cresta vera e propria per la quale si raggiunge San Pietro dei Monti (891m). Seguendo la segnalazione giallo-rossa del Sentiero delle Terre Alte si ritorna al punto di partenza.

Per iscrizioni ed informazioni telefonare al capo gita o inviare email alla sottosezione.

E-mail: cai.settimotorinese@gmail.com

Telefono: 3452734673

Termine ultimo iscrizione: giovedì precedente la gita

Durata: 1 gg
Partenza da: Toirano (SV)
Quota di partenza: 150 m
Quota di arrivo: 860 m
Dislivello: 710 m
Tempo di percorrenza: 7h
Difficoltà: EE/F
Esposizione: Sud
Capo gita: Antonio Milani (AE)

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Il report della nostra escursione

Escursione di circa 10 km e con dislivello complessivo di
920 m. Partecipanti 12. 

1) Fantastico giro ad anello veramente da non perdere! Ambiente selvaggio a due passi dal mare, rocce, pareti vertiginose, caratteristici passaggi, orientamento in alcuni tratti "avventuroso".
Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una gita veramente affascinante ed appagante sotto tutti gli aspetti! Per molti, ma non per tutti: qualche punto un po' esposto e l'orientamento non proprio banale (anche se recentemente gli ometti di pietre sono stati notevolmente infittiti, specie nei punti dove potevano nascere incertezze) ne fanno un itinerario piuttosto impegnativo.
Si segue la prima parte del “Sentiero dei Daini” per poi, dall’inizio del tratto alpinistico, mantenersi sul sentiero segnato con bolli rossi proveniente dal Salto del Lupo, che aggira i salti rocciosi sul lato settentrionale con percorso lungo ma facile. Magnifico l'ambiente della cima, su cui sorge uno storico edificio sacro risalente a prima dell’anno Mille: sembra di essere su un prato a 2000 metri , invece siamo ad una manciata di km dal mare! 

2) Dal parcheggio, nella foto precedente, si segue il viottolo asfaltato (cancello all'inizio) che si inoltra nell'aspro Vallone del Vero, dominato da ardite strutture rocciose oggi sede di numerose falesie molto frequentate. Sullo sfondo incombe l'altissima sommità del Monte Varatella. 

3) Trascurata una diramazione che, a destra, taglia pianeggiante in direzione della vicina e molto caratteristica Chiesa di Santa Lucia, si prosegue per il viottolo fino al piccolo spiazzo di fronte all'ingresso delle famose Grotte di Toirano (o della Bàsura) : qui sorge anche la Casa delle Guide. 

4) Oltre lo spiazzo, il viottolo diventa sentiero (segnavia del "Sentiero delle Terre Alte"), che prosegue a mezza costa risalendo l'aspro vallone. 

5) Nel fitto bosco si raggiunge un bivio : trascurato il sentiero che sale a destra verso le falesie dei "Gumbi" e del "Belvedere" (cartelli), si prosegue lungo il vallone, 

6) raggiungendo in breve un grosso masso presso il letto del rio, dove una freccia in legno indica lo stacco, a sinistra, del "Sentiero dei Daini": questo sentiero, segnalato da ometti di pietra, aggira tutta la verticale bastionata meridionale del Monte Varatella, con percorso selvaggio ed a tratti ardito ed esposto. 

7) Seguiamo il Daino.....!!! 

8) Si attraversa dunque il rio e si risale ripidamente dall'altra parte, lungo un pendio di erba e detriti con radi alberi (ometti, tracce incerte, qualche bollo rosso all'inizio). Si aggira così alla base lo spigolo del Velo, struttura rocciosa ben visibile dal fondovalle, per portarsi poi all'inizio di un ampio canale boscoso delimitato a destra dalle rocce verticali dello stesso Velo. 

9) Una parte del gruppo con Ivano, Emanuele e la bellissima Ana.

10) Si risale il ripido solco, per tracce all'inizio piuttosto evidenti, più in alto meno chiare, con numerose diramazioni da non considerare che si perdono nella boscaglia. Quando si è quasi giunti all'altezza dell'ampia sella al sommo del canale, ma senza raggiungerla, si deve traversare decisamente a sinistra per cenge e ripiani erbosi.
Proseguendo a traversare, si giunge alla base di una splendida parete a canne d'organo, e proseguendo oltre si sale alla base di un'altra bella parete a placche dove si riconoscono alcuni spit. 

11) Un punto panoramico dove osservare il cammino appena effettuato.

12) Qui uno strano ometto di ... design! 

13) Aggirato uno spigolo, si sale ad uno stretto colletto fra il corpo principale della montagna ed un torrione staccato. Si scende dall'altra parte, in un altro selvaggio vallone; si traversa ancora lungamente, poi lo si risale direttamente presso il suo fondo: anche qui, ad un certo punto, bisogna trascurare le tracce in apparenza più marcate, che proseguono in salita a destra, per risalire un tratto detritico e franoso (ometti evidenti) tendendo a sinistra, fino a ritrovare una traccia più marcata che prosegue nuovamente tagliando i ripidissimi pendii, in ambiente sempre più solitario e selvaggio.
Un nuovo tratto in salita fa guadagnare un piccolo ripiano presso un alberello, dominato da un caratteristico gendarme in parte staccato dalla parete rocciosa retrostante: si prosegue a mezza costa alla base di un selvaggio anfiteatro roccioso, fino a portarsi su un belvedere naturale costituito da un pianeggiante terrazzo roccioso proteso a guisa di balconata sulla Val Varatella (ometto su un masso).
Qui faccio sfoggio del nuovo disegno sulla maglietta "amiamo le montagne". 

 

14) Maria con la nuova maglietta del CAI Settimo. 

15) Insieme a supporto della sottosezione. 

16) Dall'altra parte si ritrovano le tracce, all’inizio un po’ incerte, che proseguono alla medesima quota assecondando le sinuosità di un arido valloncello. 

17) Dall'altra parte del valloncello si prosegue sempre in quota, ora su sentiero più evidente, e su terreno meno impervio, almeno all'apparenza: infatti si ha l'impressione di trovarsi su semplici pendii erbosi, ma in realtà poco più sotto iniziano gli altissimi salti rocciosi che scendono sul fondo della vallata. 

18) Ad un certo punto, presso un ampio costone, si incontrano i segni rossi provenienti (da sinistra) dal Ponte del Salto del Lupo: con una serpentina si sale a costeggiare una parete rocciosa, poi si taglia una pietraia, dove presso un masso con scritte e frecce rosse si prosegue per il sentiero segnato con bolli rossi. 

19) La salita dietro l'ampio costone. 

20) Da qui ci si inoltra in un vallone che risalito ci porta al colle del Monte Varatella.
Si segue il sentiero alla nostra destra fino ad uscire presso la grande croce sulla sommità del Monte Varatella (891 m).
Questo è costituito da una serie di magnifici prati verdissimi, affacciati sul mare e sui paesi della costa. Purtroppo oggi non si vede nulla. 

21) Una foto ad immortalare il momento vicini alla croce. 

22) Presso alcuni alberi, nel punto più alto, sorge l'antichissima chiesa di San Pietro ai Monti, dalla semplice ma caratteristica architettura, risalente probabilmente agli albori del Cristianesimo e meta, ogni cinque anni il 1° maggio, di pellegrinaggio: trovandola aperta, è altamente consigliabile la visita dell’interno, che conserva alcuni piccoli affreschi assai interessanti. Panorama veramente magnifico sulla costa e sulle Alpi Liguri.

23) Foto di gruppo, senza la fotografa Laura.

24) Un momento di convivialità con il gruppo.

25) La discesa avviene lungo un più breve e comodo itinerario: dalla chiesa si scende per prati verso ovest, seguendo il tracciato del dismesso montacarichi, per imboccare quasi subito un evidente sentiero a sinistra che discende, con numerosi comodi tornanti, il versante sud-ovest della montagna.

26) Il sentiero (segnavia 〓) taglia poi con ampio semicerchio verso sinistra la testata del Vallone del Vero (che più in basso presenta un salto verticale da dove precipita una coreografica cascata, ben visibile già dalle grotte) per portarsi poi, lungo una tubazione dell'acquedotto, con moderata discesa ad uno splendido ripiano prativo fra radi pini, presso il cui margine occidentale sorgono i ruderi delle Case Fossäe (321 m).

27) Qui si incontra nuovamente il segnavia del Sentiero delle Terre Alte, che prosegue a sinistra verso la chiesetta di San Pietrino ed il Rifugio Pian delle Bosse.
Lo si segue invece verso destra, mentre scende ripido per una valletta boscosa e, oltre un lungo traversone e superando qualche banale roccetta in discesa, conduce alla base della cascata nuovamente nel Vallone del Vero (falesie). Proseguendo a sinistra, si scende ripidamente lungo il vallone fino a ritrovare il bivio per il “Sentiero dei Daini” e quindi al parcheggio delle grotte.

28) Una parte del sentiero evidenziato da bandierine rosse e gialle.

29) Una delle piante presenti lungo il sentiero. L'Euforbia Cespugliosa.

30) Il Cisto Crespo che, i suoi petali sembrano fatti di carta stropicciata.

31) Una piccola fermata nel bosco.

32) Giornata terminata e, come si vuole sempre fare, ci sediamo ai tavoli bevendo una rinfrescante birra,

33) mangiando un fantastico tagliere, preparato dalle splendide mani della signora della caffetteria, e discutendo su come è andata la giornata.